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In questi innesti

                       di cedri kumquat

                       mandarini arancio

mite il vigneto

                       tentacoli di linfa

                       con timidezza alla talea

                       infanta tende.

 

Frutti vermigli

meticci incroci

meraviglie di zagara

                        protendono

che tra carnose foglie

                        sbocciano

in esotici frutti

                        purscha kukle obowata mitis.

 

Lucide scorze

                        celano la polpa

                        umida di succo

linfa della terra

                        pomice torba

                        e disancorate

                        in altri innesti

                        s’immergono

                        moltiplicano

il fasto degli agrumi.

 

Come da questa vetta

                        innestata nei cieli

                        altra vetta s’innesta

                        così

                        di talea in talea

                        di vetta in vetta

                        di cielo in cielo

                        innestate trasvolano

verso un giardino

                        dove sbocciano

                        come frutti

                        i frutti della gioia

                                      rossi

                        melegrane rosse

                        innestate in nubi

                        in aria in cielo

che fluttuano

                        riemergono

                        chiodi martelli

                                     croci

                        flagelli lance

                                     spine

 

spine di rose

                        che fluttuano nei cieli

                                       spalancati

innesti di frutti

                        arance melegrane rose.

 

 

[ Tratta da Ascolto, Edizioni del Leone ]

 

 

 

 

 Angela Caruso - 06/02/2013 22:43:00 [ leggi altri commenti di Angela Caruso » ]

Mi fa ricordare subito Pascoli questa lirica: il mondo della natura, una precisione terminologica ed il riferimento ad una tecnica agraria specifica, quella degli innesti degli agrumi; ma le immagini luminose dei "frutti vermigli", le "lucide scorze" che "celano la polpa / umida di succo" e che esaltano "il fasto degli agrumi innestati" ci proiettano in una dimensione diversa: quella della interiorità e della profonda spiritualità della Poetessa, che, nell’operazione dell’innesto "vede" un altro evento straordinario per l’umanità intera: un innesto di divino e di umano, di celeste e di terreno; ed è solo accennata la Passione di Cristo, con l’immagine dei chiodi, dei martelli, delle lance e delle spine, ma sono "spine di rose / che fluttuano nei cieli / spalancati",l’Incarnazione è un Altro Innesto:ha prodotto ben altri frutti rossi di gioia, la gioia della Redenzione.

 Cristina Bizzarri - 20/01/2013 23:47:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Una recitazione quasi mantrica dei nomi dei frutti-figli che la Terra offre, protendendo, soffrendo, generando, al Cielo. In una gestazione in salita di cui qui si canta la superba sfavillante (ardua) bellzza.

 Ferdinando Battaglia - 20/01/2013 23:23:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Battaglia » ]

Da semplice lettore, in umile condizione di cultura, mi sono soffermato alla lettura di questa che ora mi è divenuta una splendida poesia. Letta e riletta per afferrarne il senso prima di restituirne un’impressione, ho gioito della sua bellezza incantatoria, quel trarre luce dalle naturali ricchezze create. Ma l’apice, e forse il senso, per me si estrae, dalla strofa che ricorda del Cristo la Passione: lì, la Poetessa sembra dirci, si è aperto il varco alla salita, che va di cielo in cielo.

Mi scuso per la mia interpretazione, se aliena dal significato del testo; ringrazio della bellissima lettura Franca, le sono particolarmente riconoscente per la sensibilità umana e magisteriale che rivolge anche ai più "piccoli"; e ancora un ringraziamento all’Autrice per questo dono di Bellezza.

 Cristiana Fischer - 15/01/2013 18:03:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

i frutti della gioia, innesti che arrivano al cielo comne la torre di babele (purscha kukle obowata mitis) riemergono "chiodi martelli/ croci/flagelli lance/spine", "spine di rose" - "innesti di frutti". Come dire meglio la profonda ambiguità della presenza umana sulla terra?

 Loredana Savelli - 14/01/2013 23:02:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Tripudio della natura, della continuità, della trasformazione.
Una poesia estatica, dal ritmo incantatorio: ha il potere di immergere in una sorta di paradiso terrestre, spinoso quanto basta per ricordare che siamo fatti di materia, identica materia per tutte le creature.

 Franca Alaimo - 14/01/2013 17:56:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Sembrerebbe una lieta e cromatica elencazione di piante e fiori, se non fosse che la parte finale della poesia non ne rivelasse l’origine in uno slancio delle creature tutte e dello spirito verso un innesto d’eternità. Così dal basso verso l’alto la poesia s’innalza al cielo e là "s’immilla", affannata e lieta dei suoi suoni. Un testo soprendente della bravissima poetessa siciliana Mirella Genovese!

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